All'esperienza surrealista si rifà Patrizio Mugnaini, il
quale intende la pittura come gioco, meraviglia, invenzione onirica.
Nato a Buenos Aires, Mugnaini vive a Firenze, e persegue il primato
del disegno, ma la sua pittura non sarebbe senza una decisiva riflessione
su Van Gogh come esempio di urgenza e necessità espressiva.
Una irresistibile spinta a comunicare con il mondo, a non nascondere
il proprio turbamento interiore.
Ed è certo che Muganini è irresistibile.
La sua vitalità,
la sua necessità di esprimersi, sono incontenibili.
La sua
pittura esprime energia, ed è indifferente alla coerenza formale,
intendendola come un limite all'espressione della vita.
Il mondo
che la sua pittura rivela confina con quello del più creativo
dei nostri surrealisti: Luigi Serafini.
Ma non è da credere che sia una derivazione diretta.
E' una
coincidenza di vitalità.
Proff. Vittorio Sgarbi
30/06/2012
Sottili intuizioni nel risveglio cromatico
Il passato e la modernità, fra di essi progressive rotture
e poetiche individuali. Movimenti, approdi, costellazioni che in
Patrizio Mugnaini determinando un radicarsi dei valori artistici
e un rinnovo della pulsione creativa. Incandescente liquidità rappresa
nella verità della percezione e risolta tematizzando la
riflessione attraverso l’Arte.
Risonanze profonde in un susseguirsi di onde fluiscono nella liberta
dei mari, spazio immenso ricco di echi musicali che circondano “L’Isola
dei Guerrieri”.
Lontana dal tempo, imponente e solitaria si eleva scomponendo e
ricomponendo rapporti di sintesi pittorica impossibili da coniugare
se non fossero fondati su un’autentica consonanza poetica
capace di unire le spigolature della realtà circostante,
elaborandole in visioni intense, in esperienze di senso e di vita.
La marcata espressività affidata anche ai contrasti cromatici
delinea le curve del pensiero, percorso frastagliato come le coste
dell’isola, un perimetro interiore dentro il quale risuonano
vibranti pennellate, quasi una pausa cromatica finale: solo dopo
può apparire l’inizio di un nuovo mondo. Grande semplicità e
forza visiva comunicano sfumature di sensazioni dormienti nella
profondità, in essa scivola il silenzio della mente, del
reale vissuto, del guerriero dopo il congedo dalla vita.
L’ispirazione di Mugnaini incontra il ritmo della natura
e del cosmo e ne condivide le sequenze in un preludio in grado
di modellare le varianti sentimentali in intrecci di tensioni,
la costruzione plastica dell’opera, di conseguenza, vive
nelle possenti forme sbalzate in avanti dall’artista, come
se fossero intuizioni rese visibili dal gesto, attimi sfuggenti
e perennemente presenti tra le mani dell’uomo, nei suoi occhi
persi nel vuoto del nulla, nel suo cuore smarrito nella pienezza
di un’idea. Un’integrazione del segno e della tonalità che
invade la superficie in tutte le direzioni e rivela il rapporto
con l’intensità espressionista, con l’umano
metafisico, con il poetico figurativo.
L’energia di Mugnaini sembra sgorgare liberamente in dinamiche
gestuali concrete e pregne di significati. Una suggestiva trama
pittorica satura di sensazioni che dallo sfondo avanza pericolosamente
verso il primo piano, prospettiva infuocata grazie ad una tavolozza
che allude alla purezza lirica dei colori, ma mitigata dal rigore
celebrale. Dalle sue anse divaricate l’imperiosa “Isola
dei Guerrieri” si apre verso un’umanità eroica
e sublime, almeno nella visionarietà inseguita sul cavalletto,
mentre una tormentata colluttazione con il visibile raggiunge la
sua vetta e si trasforma in solidità geometrica ed un po’ metallica.
Sono architetture dove il taglio di luce rischiara la materia pittorica,
la stessa materia di cui è fatto lo spazio dell’eternità.
La robusta vitalità resa manifesta da Mugnaini, seziona
l’aurea metafisica nelle forme piene che ricordano vortici,
spirali, casse di risonanze di un movimento sotterraneo capace
di implodere simultaneamente in complesse relazioni iconografiche,
queste conferiscono al dipinto una profondità appassionante
e incitano l’osservatore, a cercare nella tempesta schiumosa
del mare la linea sinuosa tracciata dell’evaporazione pittorica,
un ritaglio della forma figurativa che consente all’artista
di affrontare gli impeti di un universo sonoro interiorizzato con
la forza tranquilla del disegno, geometria di segni e concetti,
di pura ispirazione e forza emotiva. Perfetto equilibrio verticale
in uno spazio bidimensionale dove sfolgoranti, ma quasi programmati,
flussi di pennello si abbattono contro “L’ Isola dei
Guerrieri”: alto naufragio che scuote la fisicità dell’Arte
per ricomporsi metafisica presenza in Patrizio Mugnaini. di Antonella
Iozzo
Silenzi metafisici,
ipotesi surrealiste.
L’attimo sospeso nelle forme del tempo.
Metafisico contemporaneo in intarsi di memoria.
L’universo poliedrico di Patrizio Mugnaini è una continua
ricerca nel movimento del tempo; lontano da qui il riflesso della sua
luce, l’impossibile nella forma del colore.
Arte e pensiero: ermeneutica elaborazione sensoriale apre percorsi
inaspettati e allaccia legami con elleniche visioni stagliate sullo
spazio opposto alle stanze della storia.
Dalla pittura di Mugnaini il silenzio si eleva in un canto lirico,
voci come presenze attraversano le alture dell’assenza, consumandosi
nello specchio dell’infinito, è un terreno pieno d’incognite,
d’indizi da decodificare, un mare immobile sul quale è sospesa
la città incantata, l’ancora, l’approdo.
Idea metafisica, forma espressionista, l’immagine mutante di
un concetto complesso, essenziale, comunica il soffio della coscienza
nel “momento magico” che incontra la conoscenza.
Modelli classici in versione onirica, quasi surreale, quasi fantastica,
quasi risveglio nell’estasi del pensiero; il mondo dentro, la
realtà fuori, oltre la soglia, da qui inizia la scrittura dell’invisibile:
segno, forma, gesto dell’Arte.
Pittura da toccare con i sensi, da vedere con la mente, da sentire
sottopelle, quando le fibre della percezione sfiorano l’impulso, “Sinapsi” di
emozioni nell’assoluta interazione con la tensione emotiva.
L’architettura sale, svetta verso l’alto, apre l’astrazione
dell’anima: è il sogno di Mugnaini nell’implosione
della materia cromatica, incorporea modulazione del suono in un canone
inverso che ne ridisegna l’ordine armonico.
Un viaggio di scoperta intrapreso con nuovi occhi, per scorgere la
verità nascosta nei dettagli di una composizione che parla di
distanze, di fine ultimo del senso, di un altrove irreale e in parte
vero, dentro e dietro l’apparenza dell’opera.
Sospesi nella meraviglia del momento “La
Nebbia” affiora come l’attesa, spaesante, estraniante
condizione spaziale in cui il faro, è il fluttuo luminoso che
rimargina la frattura del tempo
Tra passato e presente l’ombra di uno sguardo restituisce all’immagine
il vissuto e tutto scorre in sequenze interiori dilatate in macro – elementi
di sensibilità. Frammenti, sillabe, incastonate in una grafia
seriale incisiva, graffiante, rivolta al neo – espressionismo
magnetico di un tratto denso, dal quale Mugnaini, ne segue il ritmo
e ne spezza la tensione per afferrare il suono della solitudine, malinconico
mistero che si danza in un profondo blu notte.
Con Patrizio Mugnaini l’Arte corre sul filo dell’immaginazione,
al limite della logica e della razionalità, per evocazioni epiche
da leggere nella storia del tempo e nel tempo della creazione, attimo
sospeso nell’intimo dell’artista.
Un’Atlantide emerge dall’oceano, maestosa e austera s’impone
nella mente come dimensione dell’esistenza, lentamente un disegno
interiore ne compone l’idea e la forma del visibile, traccia
la sua immagine senza assomigliarla; è un continuo ricreare,
un divenire, un vivere nella posterità tra le membra del mito
filtrato da Mugnaini.
Le sue opere sono sedimentazioni di letture e di ascolti sonori,
capaci di portare allo scoperto significati latenti che si arricchiscono
progressivamente nel tempo. L’atmosfera è colore e il
colore è atmosfera, tonalità cangianti riverberano un’impressione
di allucinata realtà, carica ora di dissonanze armoniche, ora
di morbide e drammatiche melodie, mentre superficie e profondità sembrano
allargare il campo d’azione per condurci inaspettatamente nei
luoghi della percezione, empass emozionali , sfuggenti effetti.
Da una teatralità aperta, a un vasto spettro di suggestioni,
presagi, oracoli e destini si animano nella loro informe natura, in
cerca di entità perse tra i labirinti dell’inconscio;
l’uomo appare, scompare e poi riappare come un iniziato nella
fiamma della verità, una verità morale o forse una verità formale,
puramente visiva: eterno soliloquio chiuso nel perimetro della ragione.
L’espressività onirica di “Tramonto
oltre le mura”, “La
notte oltre le mura”, “Illuminazione”,
e il lirismo poetico ed evocativo di “La
notte dei girasoli”, “Girasoli”, “L’isola
dei fari”, “La torre”,
e “Bretagna”, sono situazioni
spogliate dall’oggettività e rivestite di calde assonanze,
poemi d’acqua sulla pelle della memoria, mentre il colore, -
dentro una dimensione che si muove impercettibilmente intorno all’uomo,
come il riflesso di rivelazioni interiori - disegna il ritmo fluido
e vitale della natura.
La geometria di un apparente ordine del mondo dirige i suoni cromatici
provenienti dalla sua stessa rappresentazione, sono scene d’opera
in mostra sul palcoscenico dei sentimenti, dove la vista dell’anima
ne riconosce la sensibilità, quintessenza della pittura di Mugnaini,
un’apparente contrapposizione a “Nadir”,
dirompente energia di onde sinuose che sembrano afferrare e respingere
lo spazio, contraendosi e sincopandosi in una tensione ricca di espressività e
simbolismo.
Inquietanti associazioni di idee, turbinio di immagini, surreale apparenza,
continua esistenza, alterni stimoli per la mente. Le relazioni che
ci affanniamo a cercare, guardando le opere di Mugnaini, si dissolvono
come polvere, perchè i suoi lavori sono immagini che non descrivono
la realtà, ma ne tracciano le infinite possibili interpretazioni,
un mistero dietro l’aspetto esteriore delle cose.
Un universo poetico, una meditazione tridimensionale sul sé,
una porta aperta sul metafisico sono gli accordi di una composizione
da eseguire sciogliendo un rebus, da ascoltare intuendone la melodia,
da vedere immaginando la realtà dell’illusione, qui ci
conduce Patrizio Mugnaini, dove la fisionomia flessuosa delle emozioni
disegna traiettorie mosse e continue in uno spazio in espansione, confinante
con il vortice di una lucida follia, mantenere “L’equilibrio” diviene,
un imperativo oscillante tra il presente vissuto e il passato intuito.
La sintonia culturale, artistica e filosofica adagiata sull’opera
pittorica di Patrizio Mugnaini, è la chiave di volta che apre
la via alla forma del pensiero, immagini segrete dalle quali è d’obbligo
prendere le distanze per carpirne il valore assoluto, respirandone
l’autentica bellezza, in un reticolo di luci e ombre, riflettenti
e assorbenti, che ne innalzano la musicalità.
Il codice di lettura rimane celato in una struttura ritmica attraversata
da sintesi di linee e da un susseguirsi di spazi pervasi da atmosfere
surreali, l’inganno della mente è una sottile illusione
per gli occhi, una suggestiva evocazione per i sensi.
Un malinconico valzer ci viene incontro dipingendone la passione sciolta
nel magma dell’esistenza, variazioni espressive che toccano l’anima,
sfiorano la ragione e raggiungono le vette del silenzio componendo,
nell’afflato della forma e della materia, la musica della natura,
estensione complessa di un suono interiore.
Lunedì 26 novembre 2007
di Antonella Iozzo
www.bluarte.it
PERSONALE DI PATRIZIO MUGNAINI
LA METAMORFOSI DEL TRATTO
Nel teatro della mente lo spazio si espande in effetti emozionali,
leggeri, impalpabili, invisibili, sono luoghi interiori, isole
misteriose che rivelano l’anima di Patrizio Mugnaini nella “Metamorfosi
del tratto”.
Su BluarteVirtual una mostra che dialoga tra il sapere dell’inconscio
e il sapere dell’istinto, conversazioni incoerenti sul labirintico
percorso del pensiero. Zone dove la memoria sedimenta in substrati
di sostanza dormiente, rocce solitarie all’orizzonte che
scompaiano alla nostra vista per riemergere poi sulle tele di Mugnaini,
un’apparizione altrove coincidente con il reale immaginario
di un paesaggio meravigliosamente atrofizzato.
Sensazioni surreali si stagliano nella sostanza creativa, guidano
il gesto e tracciano il perimetro di situazioni impossibili: utopie,
concetti, sogni. Sono fantastiche costruzioni della mente, nodi
cruciali, punti rappresentabili geometricamente in strutture partorite
da una razionalità incontrollata, sullo sfondo segmenti
e traiettorie combaciano in un mutamento del campo visivo ed il
colore evoca la musica nascosta dell’universo, qui ci si
sente poeti della notte.
Quiete ed inquietudini si mescolano, fluttuano e sprofondano dentro
il magma liquefatto di un’evocazione fomentata da lingue
di fuoco che ardono senza fine, è la danza rituale di un
impulso sfuggito alla ragione, è l’inganno dell’immaginazione
nella densità espressiva della materia cromatica, una corposità in
grado di offrire e rilasciare impressioni ancorate e pietrificate
nel tempo strappato alla storia.
Giganti, imperatori, colossi, cavalieri, eroi e guerrieri, come
danzatori estremi, in una spazialità silente governata da
Mugnaini con grande senso dell’ordine e della misura, sfiorano
l’azione, ne tracciano la forma e ne avvertono la solitudine
sonora, è una cadenza tormentata tradotta dall’artista
in esperienza sensibile, solo così la rappresentazione diviene
realtà interiore allo specchio.
Dalla mostra appare evidente la grande attenzione per la classicità,
un amore per il passato tradotto in pittura scultorea, una suggestione
iconografica colma di riferimenti simbolici che alludono alla cultura
mediterranea, all’onirico, alla mitologia, un eternamente
presente tradotto da una pennellata decisa e da cromie forti.
Nella metamorfosi del tratto, frammenti di conoscenza come polvere
sulle onde della vita, si concentrano in tracce di arcaiche
presenze, sono disegni, o meglio la trasposizione dei dipinti in
una lingua figurata antica come il latino o il greco. Nella lucidità di
un tratto semplice, intenso e determinante lo spirito antropologo
racconta di popoli lontani, di albe sull’archeologia del
mondo, di crepuscoli sull’ora ultima della coscienza, di
approdi verso terre promesse mancate, di spiagge alla deriva della
verità. Disegni come reticoli fitti e tratteggiati dai quali
affiora la bellezza assoluta dell’essenza immateriale delle
cose. La precisione lenticolare e minuziosa del segno di Mugnaini
si apre ad una concezione del tempo ormai sconosciuta, un tempo
inghiottito dalla terra in un rito pagano di oracoli e presagi.
Venti opere in mostra: pittura che è gesto nel reale
fantastico dentro di noi, , disegni che sono forma del ricordo
dietro di noi. Venti opere che preannunciano l’energia vitale
primigenia, un riverbero giunto da lontano, accolto dall’Arte
e rielaborato da Patrizio Mugnaini nella forma dell’istante
presente.
27/09/2008
di Antonella Iozzo
www.bluarte.it
INTERVISTA
Patrizio Mugnaini
quando la riflessione è pensiero
nel pennello.Un incontro tra le due dimensioni della pittura
che all’ombra
del presente rivelano il passato, un percorso verso la luce per
ritrovare e ritrovarsi “ipotesi di coscienza” nel quotidiano,
nel contemporaneo.
Chi è Patrizio Mugnaini?
Uno come tanti che cerca di comunicare.
Artista per esprimere il non descrivibile o per imprimere il senso,
l’anima dell’Arte?
Facendosi interprete del rumore di fondo che ci circonda, frutto
del nostro passato, presente, futuro.
Arte, realtà, vita, distinguerli è come ammettere
di conoscerne i confini. Secondo lei è possibile? Fin dove
può spingersi la nostra conoscenza?
Ogni pensiero, ogni sogno, anche il più fantastico esiste
ed è realtà, vive con noi per noi, spesso nella
nostra assoluta ignoranza.
Come inizia un suo lavoro?
Svuotandomi e aspettando.
Andare oltre il tangibile, trovare l’impenetrabile, viaggiare
tra l’onirico e la visione simbolica. Sono queste le sensazioni
provate dinanzi alle sue opere. Quali sono le sue sensazioni quando
l’opera è ancora dentro di lei?
Vive e dinamiche.
Inizialmente materializzo il quadro nella sua essenza grafica.
Nella realizzazione, la visione iniziale muta con i colori, le
luci, le ombre, le tonalità che si fondono e si stratificano
a rappresentare un’era geologica del mio pensiero, un unico,
una parte di me.
Dipingere una tela è un atto d’amore?
No, per me rappresenta un tentativo
di comunicare col prossimo, un atto di fede.
Quali sono i maestri della storia dell’Arte che ammira di
più? E l’opera d’arte in assoluto?
Sono tanti: ho un affetto particolare per Vincent
Van Gogh, le sue opere, la sua vita, la sua lotta per comunicare e la sua
resa davanti all’ indifferenza.
Cosa pensa dell’Arte contemporanea?
Al tempo il giudizio, fra cento anni si ricorderanno soltanto i
migliori.
L’opera che non avrebbe mai voluto vedere?
Nessuna. Ognuno ha diritto ad esprimersi.
E quella che avrebbe voluto fare lei?
Quelle che ho fatto, le mie.
Il silenzio della pittura quale musica evoca?
Il tocco impalpabile di lunghe dita su una tastiera multicolore
di un piano a coda laccato di rosso permanente chiaro, sospeso
fra finito e infinito.
Lei ha partecipato a varie iniziative promosse dalla rivista Bluarte
come la collettiva virtuale “Suoni Dipinti”. Qual’è il
suono dipinto nella forma del suo tempo? E quello del mondo che
la circonda?
Il nostro tempo lo identifico in una nota musicale acuta ripetuta
in maniera ossessiva e apparentemente casuale, cacofonica.
La musica del mio mondo: J.S. Bach - Goldberg Variations
1955 & 1981 suonate da Glenn Gould
Patrizio Mugnaini in tre aggettivi.
Irriverente, ironico, irascibile.
Il suo futuro artistico?
L'ombra del mio passato.
27/03/2009
di Antonella Iozzo
www.bluarte.it
La
Vertigine Dei Sensi – Eclissi
… nell’estasi della vertigine il tormento dei
sensi prova l’eclissi …
Quadri - Personale Virtuale
Artisti: Isella Barresi, Franco Meloni, Patrizio Mugnaini,
Titti Verni
La memoria analitica e il presente sono proiettati nella contemporaneità del
futuro anteriore, lasciano alle loro spalle il muovere magmatico
del segno – colore disciolto nell’indistinto, un eclissi
di vertigini che conduce Mugnaini all’estrazione della forma
per brani e narrazioni che si consolidano nel figurativo. Da questa
inclusione di ragione affiora una tensione e un ribollire di forze
primigenie celate dietro un velo di apparente semplicità compositiva,
oltre, l’eclissi dei sensi provoca lo smarrimento dell’ordine
arcaico precostituito.
La vertigine divampa vigorosa infrangendo, almeno in apparenza,
l’equilibrio dell’opera sulla quale un manto di musica
scorre e canta, colmando l’universo, il palpito vitale. L’imprevedibile
e misteriosa energia che ne deriva crea un varco tra il cosmo e
l’uomo, l’opera si fa tramite prioritario, mentre un’eclisse
di sensazioni intime ed indicibili paiono tendere fibre stellate,
palpebre erranti la viva e potente forza emotiva, è come
se l’ossessione della vertigine si caricasse di significati
simbolici e, nuotando in questo mare di segni, assumesse la forma
dell’immenso.
07/07/2009
di Antonella Iozzo
www.bluarte.it
La coscienza del Pensiero
Il riflesso della coscienza nell’Arte di Patrizio Mugnaini
intesse muti dialoghi e insondabili complicità di senso.
Opere intime, raffinate, misteriose, ma anche surreali e vagamente
malinconiche alle quali l’artista sembra aver affidato stati
d’animo di forte intensità. Espressioni su cui la
riflessione della condizione interiore trasmigra dallo spettatore
all’immagine adagiandosi tra le pennellate.
Frammenti di storie in cui è difficile distinguere fra illusione
e realtà, fra visione ed evasione, sono situazioni sull’orlo
della solitudine, isolamento di nudi pensieri che sfumano i contorni
di parole non dette ma sussurrate alla tensione latente della sonorità cromatica.
La materia di cui sono impastate le sensazioni arroventa l’ispirazione
e si sopisce nell’in-percettibile movimento del sentimento
della vita, e come se l’esistenza, la sua energia compressa,
vitale e minacciosa insieme, prima che il giorno sfumi e l’oscurità ammanti
tutto, finisce per consumarsi nell’opera stessa, esperienza
di bellezza inquietante e struggente, sospesa tra preludio lunare
e ricordo di viaggio.
Eclissi sfiorate, azioni torturate dalla forma, fusioni con la
luce della logica e del senso, sentieri che dalla costruzione metafisica
del primo Mugnaini portano alla lirica metafisica delle ultime
opere dove permane sempre qualcosa d’infinito.
L’artista sembra esplorare il mondo visibile per dargli forma
nella riflessività profonda del corpo pittorico, l’opera
non è più rappresentazione ma trasposizione del sentire
che si apre al sensibile, è l’arte stessa a fa risorgere
dal suo interno quel “qualcosa di passato”, quell’esperienza
di esistenza che si distende in una quiete geometrica e l’indefinibile
si placa in una serenità razionale.
Su una trama di luce e colore, il reale, centro, maglio
sonoro nel quale la potenza simbolico - immaginativa risucchia
la pittura intensa, vibrante, carica e consapevole del coinvolgimento
sensoriale. In un intermezzo di fantasmi reticenti che appartengono
alla vita onirica di Bocklin, Mugnaini proietta la psichi nel punto
di sintesi tra altezza creativa e percezione dell’assurdo,
ogni cosa vive in una dimensione misteriosa, come a dimostrare
l’oscuro esistere oltre l’apparenza. E’ una coscienza
evocativa che traccia nello spazio le linee prospettiche di un
impianto formale oscillanti dalle tinte oscure a quelle più calde.
Soluzioni pittoriche capaci di risaltare la visionarietà della
scena raffigurata. Isole, luoghi, territori, momenti sospesi nella
liquescenza del sentimento, solitari e silenziosi, o sulla curva
dell’orizzonte in attesa che l’alba amplifichi il suono
grave dell’universo dentro noi. Passi, brani rarefatti, interrotti
a volte da mute presenze che, bloccate da una luce ferma misurano
lo spazio con la loro verticalità.
Variazioni marine modulate dalla marea per un’immersione
totale tra i flussi e i riflussi che coprono e scoprono l’isola
di “San Michel”. Dimensione metafisica suggestiva,
consunzione del blu nel nero immobile, eterno silenzio senza futuro
e senza speranza perché il domani rinasce da un respiro
d’alta marea dialogante con l’io.
E’ una pittura che induce alla meditazione, che interroga
e ci propone sempre una riflessione, che ci fa sentire un intimo
senso di poesia , una plasticità luminosa capace di rischiarare
la composizione. Il cromatismo costantemente appassionato seduce
con un suggestivo lirismo in grado di insinuarsi nelle morbide
linee corporee de “la Signora di etretat”, la sua anima è protesa
verso l’infinito, ne percepiamo le vibrazioni, i palpiti,
i fremiti che nascono dal quel silenzio introspettivo poggiato
nell’acqua del mare le cui onde lambiscono desideri ma anche intime e fragili
relazioni sul borderline della verità visibile. Nella
purezza del tono e dei suoi trapassi il soave magnetismo di una
figura ripresa nell’ en plain air della grazia poetica, intorno
un senso quasi spirituale di meraviglia per l’estrema semplicità della
scenografia, suoni imbevuti di solarità, fragranze nascoste
ed in fondo il mare, tavolozza di segreti baciati da un orizzonte
che si spegne nell’acqua fluttuante del senso.
Nella costruzione spaziale riempita di luce, proveniente dai diversi
passaggi di colore, traspare quella dose di reale che è indispensabile
per mettere in rilievo il lato metafisico della vita, sempre silente
nelle composizioni di Mugnaini, fondali di teatro dai quali emergono
assaggi di alchimie emozionali coadiuvati dal ricordo. Tracce di
realtà e aloni di sogni affiorano dalle sue pitture senza
mai dichiararsi, come memorie di cose viste, interiorizzate, assorbite
e affidate ora, al pennello per ragionamenti estetici sul filo
della riflessione riflessa nella percezione dell’immagine:
labirinto sensitivo incessante evocazione, intima persuasione,
ipnosi: passato, presente, labile vissuto.
Nell’opera estratti di storia contemporanea per visioni
di un universo sensibile, interiore, lentamente e costantemente
il suo suono silenzioso compone, il più fedelmente
possibile la voce pittorica di Mugnaini, fascinosa danza
del tempo. In essa ogni gesto appare come una rifrazione delle
ineluttabili esperienze umane proiettata sulla superficie, dove
si rispecchiano le ipotesi degli infiniti destini possibili.
Un suggestivo viaggio dentro i ritmi, le pause e le cadenze dell’esistenza,
secondo una prospettiva artistica che destruttura e disarticola
al realtà per comporre, nello spazio della tela, il silenzio
e il suono, l’immobilità e il movimento del reale,
mentre nelle stanze più recondito dell’animo di Patrizio
Mugnaini la pittura vela il visibile per svelarne l’essenza.
Antonella Iozzo
09/11/09
www.bluarte.it
Evocazioni poetiche
Ogni lavoro è un sunto di poesia e tensione, sul quale l’occhio
proietta aspettative ideali
L’evocazione poetica di Patrizio Mugnaini racconta, senza
descrivere, situazioni senza tempo, dove il mito e la memoria si
compenetrano accordandosi con la realtà, con il suo riflesso
visionario, con l’immaginazione. Albe aperte su un passato
originario anteriore al simbolico e all’infinito.
La forma è stretta nell’idea, i contorni serrano i
colori in spazi ben definiti, il gesto si anima sicuro.
Una pittura che distende il tratto riportando in superficie emozioni
e verità inconcepibili, quasi un viaggio introspettivo dentro
composizioni solcate dall’enigma e delineate con disinvoltura
e continuità stilistica, possibili intuizioni, probabili
palcoscenici del vissuto.
Più anime vivono nell’estro creativo di Mugnaini,
il cui segno affascina e lascia aperte le strade della riflessione.
In ogni sua opera, infatti, allusioni visuali e profondità intellettive
formano una densa tessitura sulla quale s’innescano esplorazioni
del’inconscio e percezioni filosofiche.
Metafore poetiche che sembrano riverberare nella melodia costante
del colore grazie ad un sapiente uso delle luci e delle ombre.
L’armonia nella sintesi, il rigore nella plasticità:
due elementi fondamentali, sempre presenti nei suoi lavori come
le indagini stratificate, traspiranti l’essenza umana, la
stessa che attraversa il tempo, lo spazio e la materia fisica delle
cose rappresentate. Risiede in questo l’essenzialità di
una pittura che ci riporta con il pensiero al tonalismo veneziano
rivisitato con meticolosità e suggestione.
Un’originale e sorprendente ricerca capace di cesellare luce
e colore in immagini volte alla memoria artistica di un passato
racchiuso in noi.
Evocazioni, visioni, immagini capaci di spingere lo spettatore
a rintracciare una storia che non c’è, che rimane
sulla soglia della sospensione narrativa, illusione ottica avviluppata
nei meandri della sensibilità.
Quasi una “Metamorfosi” articolata e complessa, nella
sua linearità disegnativa, e dal quale sembra emergere lo
spirito del soggetto e dell’artista mentre ferma su tela
l’istante totale in cui ispirazione, sentimento e ricordo
delineano il senso del vissuto.
Quasi un doppio sguardo nella sontuosità degli oli, nel
bianco e nero delle chine, nella liquidità trasparente degli
acquarelli. Invisibile evidenza che regala l’ebbrezza di
vivere l’emozione fluida di un incontro, l’unico possibile,
quello con il sensibile intuito racchiuso dentro l’anima.
Attimo capace di scandire lo spazio con lucida introspezione e
malinconica verità, fugaci riverberi appartenenti a “Il
suo tempo” dai quali si ramificano, con un andamento morbido,
frammenti di epoche diverse, nasce un grande equilibrio capace
di modularsi nella pacatezza dell’ordine compositivo.
Ogni tratto di Mugnaini rivela una meditata leggerezza ed una
impalpabile consistenza, è come se volesse cogliere l’essenza
immateriale delle cose prima di dar loro corpo e concretezza.
Linee che sussurrano forme, soffi di poesia che trovano corrispondenza
nella levità del segno, movimenti solo suggeriti nella staticità dell’opera,
ma che preannunciano cadenze espressive di forte impatto.
Le immagini sembrano affiorare dal supporto in modo chiaro, nitido,
elegante, mai appesantite dalla retorica o dalla descrizione dei
dettagli.
Ecco allora che fiumi, malghe, alberi sembrano appartenere ad
un tempo assoluto, ad un eterno presente, ad un realismo sospeso
fra la loro tangibilità e la loro espressività dipinta.
Mugnaini essenziale e suggestivo, come il protagonista di un monologo
tiene la scena affidando l’impatto al tratto intenso e, nella
pittura, alla monumentalità dei colori. Pittura ad olio,
acquerello, chine, realtà che trovano vita e fulgore grazie
ad una notevole perizia
tecnica e ad una idea dell’Arte che cerca dentro di sé i
motivi della propria esistenza.
Ogni lavoro è un sunto di poesia e tensione, sul quale l’occhio
proietta aspettative ideali, il cuore le sue speranze. Legami instauratosi
sulla tavolozza e che contengono ricordi evocativi, reperti archeologici
e nuove visioni ridefinite da un taglio quasi architettonico accompagnato
da atmosfere librate nel nitore degli sfondi.
Improvvise folgorazioni, fulminee evaporazioni di fantasia, voli
radenti sull’immaginazione “Magma mentale” e
la mano di Mugnaini estrae, dall’essenza vitale, il periplo
della ragione sfiorata dalla malinconia, adagiata sul dubbio, riversa
sulla riflessione, quasi incerta nel suo cammino verso il mondo
circostante. Contrasti armonizzati dall’ombra e risolti in
espressioni filtrate dalla luce che aprono una dimensione metafisica
pervasa da un senso di pensosa, paziente quiete, acuita dall’inquadratura
prospettica e da una certa sospensione temporale.
Nella stesura solida delle tinte, oltre al riverbero della luminosità,
si coglie una singolare sensibilità sezionata in istanti
dalla precisione dei contorni, mentre tagli plastici, quasi scultorei
creano nuovi possibili accordi, dove la sintesi delle linee è effetto
di astrattezza espressiva. Sembrano ambienti, superfici, disegnate
per evocare “ Il lato oscuro” di mondi solo all’apparenza
ignoti, perché in noi risiede la radice di un arcaico che
continua a pulsare animando figure senza respiro, figure vaganti
in un tempo indefinito.
E’ una fascinazione che ricompone, secondo una propria logica,
le schegge di un universo dimenticato, cose appartenenti a cadenze
ritmiche diverse e che permettono allo spettatore di toccare le
corde della percezione, sensazioni che un soffio di vento disperde,
impressioni che un raggio di sole rischiara.
Origine e ascesa, un viaggio verso l’immenso trasportati
dalla polvere di colore che sfiora l’aria e ricade in delicati
frammenti di natura, gesti che ricordano giardini fioriti, distillazioni
di un passato artistico elaborato e rinato in gocce di essenza
artistica, ed in ogni goccia di fulgido splendore una geometria
di grazia e rigore, oceano proteso verso le parole non scritte,
non dette ma che fluiscono in immagini cariche di suggestioni poetiche
e simboliche, le cui possibilità plastiche si cristallizzano
nei volumi e nei rapporti tonali fra le singole parti.
E’ una creatività illuminata dal suo interno che
porta allo scoperto realtà sensibili, realtà possibili,
realtà metafisiche e con esse la vita autentica di Patrizio
Mugnaini, inudibili sonorità che dipingono la consistenza
dell’invisibile, materia poetica nell’evocazione della
forma.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
(29/11/2011)
“Casa” Anima e Respiro
La perfetta armonia di un pensiero lirico svelata dall’universo
pittorico di Patrizio Mugnaini nell’opera “Casa”.
Silenzio metafisico, riflessione introspettiva, poesia.
Profondità visiva e dimensione spaziale, due parametri dentro
i quali gli oggetti acquistano spessore emotivo. Ogni cosa con
sorprendente naturalità si va a collocare secondo un’armonia
intuitiva dettata dai ricordi che, risvegliandosi, continuano a
vivere l’attimo intenso che li ha generati. E’ come
se in un’improvvisazione teatrale senza copione, l’intima
sospensione evocata dall’idea narrativa ricadesse danzando
un’essenza immutabile.
La sorprendente bellezza della materia e le pennellate, accentate
da riverberi sonori, sembrano decantare fino a diventare esile
pellicola pittorica. La luce, affondando sulla superficie della
realtà dipinta, ne accentua il senso enigmatico e contemporaneamente,
riflette cose appartenenti a cedenze temporali diverse e a spazialità diverse.
Rapide istantanee venutesi a fissare in una mente, che, senza sosta,
naviga nei luoghi dell’infinito, sfiora il periplo delle
emozioni, inarca la sua sensibilità sull’orizzonte.
E allora tutto si mostra come pura trasposizione di forme e sensazioni
nel fondale blu. Sgocciolante mare, dispiegato dalle onde di una
mareggiata, in sinuosità pittorica. Soluzione di continuità con
l’intensa vitalità plastica degli oggetti, come la
frutta in perfetto equilibrio di desiderio, gli occhiali segno
tangibile dell’illusione riflettente l’ego celato,
i fiori nella loro intrinseca audacia a sublimarsi come ornamento
o come lirica elegia che s’innalza oltre i confini di un
vaso, e il richiamo alla coppia legata in abbraccio morbidamente
scultoreo capace di scardinare valori profondi come gli affetti
e la tensione al futuro.
Nella stesura solida delle tinte, oltre al riverbero della pittura,
come realtà tangibile della bellezza invisibile, si può cogliere
l’espressione di un sogno, di una visione stracolma di anima
e di respiro capace di riscrivere il sentimento artistico di Mugnaini.
La sequenza prospettica contiene una scansione ritmica che ci spinge
a interagire con i significati interni degli elementi, una lettura
introspettiva capace di rivelare una tecnica raffinata saldata
a una visione sensibile di astrattezza espressiva. Il reale si
avvicina, Mugnaini risponde con la leggerezza del tratto evocativo
e pone il suggerimento dettatogli dall’estro creativo in
una configurazione libera, da riordinare nell’immagine del
quadro, sottolineandone i significati profondi e le atmosfere indefinite.
L’intrinseca bellezza dell’opera rinasce ad ogni sguardo
rinnovando i suoi richiami all’enigma, al pensiero intuito
ma non svelato, alla ragione che assorbe il non-senso e rilascia
la logica deduzione del senso, ouverture che si apre all’ispirazione
e traccia la sua verità.
Apparenza e realtà, esistenza e transitorietà, un
universo sensibile all’interno della materia fisica delle
cose in grado di ridisegnare l’aria, presenza percepibile
nelle vibrazioni di luci e ombre che accrescono la sensazione dell’infinito,
dimensione aperta all’inconscio razionale, alla mente in
sogno, alla propria anima che pulsa. Movimenti riflessivi in punta
di pennello che sembrano scandire nuove fasi di passaggio verso
un alto grado di consapevolezza, una nuova percezione del passato
o meglio di un passato nell’atto di perpetuarsi. Lembo di
vissuto in una distanza più ravvicinata dove le sensazioni
lambiscono il presente e la metafisica ridesta l’immagine
ricreando nuove misteriose rivelazioni o sensazioni, linfa capace
di disegnare il sentire più vero e profondo dell’esperienza
umana nell’elaborazione artistica di Patrizio Mugnaini.
di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
(14/06/2011
New Visions in equilibrio
L’introspezione del reale in chiave pittorica di Patrizio
Mugnaini. Composizioni in cui la logica ripiegata su se stessa
sembra chiedere all’immagine il senso di quel pensiero libero
che traspare dal suo essere. Lacerti d’invisibile verità passano
in primo piano e creano scenografie di forte impatto per lo spettatore,
che improvvisamente si trova dinanzi ad una partitura sinfonica
senza suoni ma dalla prorompente forza espressiva, un diaframma
capace di aprirsi e di espandersi fino a rompere tutti gli argini
di una mentalità razionale e retta. L’artista sembra
voler oltrepassare il limite della materia per poter ritrovare
all’interno della sua stessa sostanza la parte metafisica
del mondo, voce silenziosa bagnata di spirituale, suono di note
prolungate che rigurgitano la tensione vitale.
L’Arte di Mugnaini si schiude, avvolgendoci, imperiosa ed
estatica, un palcoscenico di grande espressività dove apparenza
e realtà si mescolano, un esemble di contenuti che inducono
alla riflessione per poi sfiorare labili confini e provocare inquietudine,
di conseguenza, le opere come anime recanti il peso dell’universo,
tracciano un percorso verso l’ignoto. Un trasfigurare la
realtà che non è negazione di essa ma meditata analisi
capace di rivelare la natura delle cose, quasi come attraverso “Un
Terzo occhio”.
La pittura, per effetto, si apre e solleva la conoscenza per condurla
verso la percezione estetica del sapere visivo, pensiero che si
mostra attraverso le immagini. In esse riverbera l’energia
pura, inafferrabile, la stessa depositatasi, bordando la forma,
nella struttura compositiva. Ogni soggetto ne coglie la pulsione,
quasi un afferrare nell’uomo, dentro la sua radice profonda,
nervo esistenziale capace di veicolare la luce segreta racchiusa
in ogni cosa sulla terra.
Austerità classica e risvolti contemporanei divengono parti
di un insieme armonico, dove i passaggi cromatici riescono continuamente
a evocare la danza della vita.
Sulla tela convivono leggerezza e peso, apparenza e sostanza,
presente e futuro, mito e storia in sintesi ed equilibrio. È come
se la pittura di Mugnaini volesse tramutare i personaggi in eroi,
senza tempo, di una finzione pittorica che crea metafore, o meglio
rifrazioni della realtà, tutto attraverso un linguaggio
statuario contraddistinto dalla purezza della materia pittorica
che esplode, poi, con irruenza nel segno che scorre, come fiume
nella roccia e traccia un “Sogno Navigato”
Indole creativa, quella di Mugnaini che, con sapienza intellettuale,
imprime in tutta la sua opera, un codice stilistico unico, pregno
di poetica metafisica e capace di volgere verso soluzioni figurative
di ampio respiro.
Memoria, storia, vissuto, ricordo e quel che l’occhio vede
e la mente rammenta, diviene il cardine di una narrazione che segna
l’inizio di un viaggio sconvolgente quanto irrazionalmente
lucido, negli infiniti possibili destini del futuro che ci guarda:
gemiti di vita, maglio di sentimenti umani, dialogo tra miraggio
e realtà.
Sulle tele la forma, con effetti di luce pura o parzialmente assorbita,
avanza riflessa e irradiata come idee veicolanti un messaggio sulla
transitorietà della condizione umana, Meditazione” in
viaggio verso cordinate e ascisse o più semplicemente vero
il “Parallello 001”
Lunghe pennellate, tracce di verità, filamenti lineari di
colori contrastanti, vengono dipinti uno accanto all’altro
per consentire alle diverse tonalità di ricomporre la tensione
emotiva che si avverte nello sguardo di chi guarda: anelito di
trepidazione e meraviglia metafisica.
Un’arte moderna, quella di Mugnaini, che da sensazioni nuove,
grazie ad una tecnica di finissima delicatezza capace di raddoppiare
le più lievi impressioni. Sotto il suo pennello scorre una
gamma cromatica smagliante grazie alla quale nascono, oggetti,
soggetti e linee profonde e vive. E’ come se un’evocazione
continua andasse oltre il realismo dell’idea per comunicare
la commozione dell’artista e rappresentare la vera, palpitante
domanda sull’esistenza che attraversa il tempo.
Intensissimi risvolti di pittura dove le proporzioni, le leggi
dell’ottica e della geometria dei grandi maestri del Rinascimento
italiano si dispiegano nella fascinazione di perfetti equilibri
compositivi e dove l’ispirazione partorisce un solo insieme
plastico di diverse realtà, diversi luoghi del pensiero,
diversi spazi danzanti nel movimento dell’Arte.
La percezione acquista spessore e diviene descrittiva, le forme
si fermano, la razionalità afferra l’effetto luce
e la scena coglie l’azione del mondo.
Visioni contemporanee esaltate dai bagliori della classicità che,
pur occupando sula tela uno spazio ben definito, nella loro silente
fisicità, danno l’impressione di essere “altrove” rispetto
al mondo a cui appartengono. Punti di fuga prelevati da stati d’animo
immersi nel ricordo, prospettano direzioni diverse, soluzioni diverse
che raccontano un momento dilatato nel tempo.
Sequenze di espressioni audaci quasi dal riflesso cinematografico,
esprimono le diverse stagioni del cuore ingabbiato dalla razionalità.
La stessa razionalità che, rivestendo sia l’impianto
cromatico sia la materia densa e compatta, graffia la tensione
e stempera il sentimento proiettando cellule di creatività nella
materia in movimento, mentre sotto l’influsso del pennello
una “Dinamica Fissa” sembra segnare il baricentro dell’immobilità.
È un diario della memoria, un’alchimia di passato
e futuro, ma anche ,se non soprattutto tracce di esistenze sconosciute
che si animano in disegno ragionato, in ricerca, in istinto modulato
con un accordo di pittura sonora scritto nella luce, per essere
dove il mondo guarda e dove l’umanità, nella sua natura
effimera e misteriosa, sogna.
Moderno perpetuo più reale del reale. Essenza visiva della
coscienza di Mugnaini, astrazione che si ritrova nei passaggi di
una pittura raffinata sedotta dal respiro del “Nuovo mondo”.
Atmosfere congelate con passione in un fermo immagine scevre dalla
presenza umana.
Paesaggismo urbano e natura dialogano, in un nuovo viaggio verso
la leggerezza, è un levarsi di arcobaleno e immenso nell’impetuosa
invisibile bellezza dell’emozione dipinta.
La realtà pulsa dentro questo fermento di sensazioni e
diviene un costante e continuo motivo d’ispirazione, tanto
da venire ritratta come vastità poetica o epica nell’infinito
di un’idea.
La sensazione è quella di un tempo sospeso, spalancato dalla
rosa dei venti, curva dell’orizzonte ricca e ricercata che
avvolge il polo solitario dell’universo in una planimetria
che rinvigorisce la tela, ed è come se la luce, calda,
inondasse d’intensità ed espressione l’invisibile
in ogni frammento dipinto.
Mugnaini si lascia assorbire dal paesaggio, sul supporto vibrano
cieli vertiginosi, struggenti “Monument Valley”, il
segno diviene vita, la pennellata diviene energia, gli impasti
luminosi vestono un “Saguaro” tutto è silenzioso,
niente sembra muoversi, una quiete irreale avvolge la scena divenendo
mezzo d’espressione di un sentimento d’attesa. Sensazioni,
emozioni, vita vissuta come intonaco che descrive il corpo della
pittura sulla pelle del quotidiano.
Arte come rivelazioni di misteri e di enigmi della realtà,
dipinti che sembrano mostrare ciò che non si può vedere
immergendo, quasi, i soggetti, nei fondali delle quinte prospettiche
in modo da creare sensazioni insolite e profonde emozioni poetiche.
Un percorso visivo di alta qualità che ci proietta la personalità artistica
di Muganini: pensiero classico, proiezione metafisica, risveglio
romantico. Momenti artistici che avvolgono in elegia pittorica “Macchine
per Trasporto Energia” o una “Pompa”, rivelando
la densità del tempo che passa.
Nel cielo e nell’aria una soave linea fuggitiva si muta in
forma mostrando, all’improvviso, altissime punte di fantasia
metafisica e soffi poetici, vitale ascesa creativa che si dipanano
nella potente distesa dell’arte moderna di Patrizio Mugnaini.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
La ragione nei luoghi dell'anima
La presenza nascosta del pensiero nello sguardo metafisico di Patrizio Mugnaini acquista coscienza lasciando trasparire dai quadri quella tranquilla e insensata bellezza della materia, delle cose, dell’universo intorno a noi.
Opere che sorgono da una pulsante forza creatrice, artisticamente immaginativa, e avanzano al di sopra del mondo sensibile, dell’apparenza quotidiana e dell’essenza razionale. Nello spazio dell’opera, di conseguenza, la dimensione finita dell’esteriorità e quella infinita dell’interiorità aleggiano insieme all’anima delle cose.
Con estrema eleganza Mugnaini, accosta e separa illusioni e realtà, dando rilievo ai segni di due linguaggi tanto simili e tanto diversi. Due linguaggi che usano l’uno l’inganno e l’illusione per sedurre lo sguardo, l’altro un alfabeto metafisico che affascina la mente. Entrambi convivono all’interno dell’opera portando con sé un carico di significati profondi e atmosfere indefinite che procurano una pura sospensione del senso. Gesti su tela e molto più spesso su lino, quasi come a cercare un’immateriale leggerezza capace di trattenere le sfumature di una intima e silenziosa sensibilità.
Ogni opera sembra essere permeata di emozione empatica, di dubbio, di mistero, di situazioni capaci di esplorare il rapporto tra intuizione e ragione, tra sogno e realtà, tra simbolo e immagine, tra sentimento estetico della visione e la vera sostanza dell’esistere. È come se l’espressività di Mugnaini contenesse quegli elementi che, in modo del tutto naturale, riescono a rendere visibile la riflessione più profonda sulla natura delle cose e delle sensazioni. Riesce a rendere immobili sulla tela, nell’esattezza di figure e oggetti, le simbologie più complesse scomponendole e usandone poi i frammenti, quasi come fossero i pezzi sostanziali di un libero pensiero da riordinare nell’immagine del quadro.
Logiche perfettamente incatenati negli accordi di trame impenetrabili riescono a far nascere trepidazioni istintive e gravemente remote. Solo così sensazioni e istanti riescono a riecheggiare di risonanze culturali, di luoghi riflettenti cose già riflesse, di memorie lontane, ecco allora che sulla superficie del supporto insorge, con estrema intensità, la coscienza. Una lucida astrattezza che si approssima alla verità il cui senso intimo sgocciola dalla materia corposa, mentre le pennellate, cariche di sostanza densa, solo accentate, a volte, da improvvisi acuti di rosso che infiammano la ragione.
La natura, quella metafisica celata in frammenti di sostanza materica, entra in scena, avanza, diviene oggetto e soggetto, erompe nella sua semplicità fortemente espressiva di un tramonto e poi si allontana, retrocede sullo sfondo. L’ispirazione del tema, muta, cambia e cristallizza nuovi segni, nuove intime entità, una comunicazione semplice, in apparenza, che si basa sulla pura trasposizione di forme e impressioni. Sono rimandi, variazioni, intuizioni che indicano nuove aperture, che tracciano evocazioni, che segnano i movimenti di una danza capace di ridiventare esistenza pittorica nella luce della consapevolezza.
Mugnaini attraverso le sue opere riesce a trasmettere quel senso di sorpresa e d’intima rivelazione dell’essere che giunge fin dentro l’anima. È come se con l’occhio rivolto verso l’interno e lo sguardo orientato verso l’esterno, riuscissimo a cogliere il mistero della realtà. È un gioco di variazioni d’immagini che stimolano il fluire e lo scambio dei pensieri, mentre all’interno del dipinto la fascinazione compositiva dipinge lo spirito del luogo, reale o immaginario, dipinge la sensibilità pittorica. E’l’infinito universo dei sensi che non risiede mai sotto il solito cielo. In ugual misura la passione segue e guida il pennello capace di tracciare la propria via, i propri segni con pazienza e accanimento, percependo e vivendo, attraverso intrecci di vissuto, di ricordi, di riflessioni, la Bellezza. Materica essenza dalla quale estrarre le valenze simboliche dell’arco vitale e trasportarle nel nostro quotidiano per un nuovo inaspettato viaggio al di là dell’orizzonte. Una trasposizione che si presenta come un ideale abbraccio tra il passato carico di storia e le visioni del presente proiettate verso il domani.
Introspezione, sentimento, meditazione si sedimentano in segni di remote evocazioni per poi rinascere materia, colore, segno. È un’alchimia di pulsazioni che guidano il gesto dell’artista e donano coerenza all’espressione. Soggetti che tendono la mano all’intelletto, che cesellano la sensibilità creativa in verità senza tempo, che guardano lontano mentre interrogano il presente.
La raffinata abilità tecnica di Mugnaini evidenzia la torsione volumetrica di corpi ben strutturati in uno spazio rinsaldato da cromie calde, universo che grava e pulsa con estrema poesia. Tutto traspare, tutto si mostra al nostro occhio, proiettato improvvisamente in un’altra dimensione, e scopre dietro il perfetto gioco di luci e ombre, l’ultimo rifugio dell’onirica percezione. Tra le sue pieghe la ragione avanza, quindi, come un fantasma in grado di ripercorre il sentiero della propria esistenza tra pura coscienza e beata immaginazione.
Nell’attimo eterno della creazione Mugnaini elabora le suggestioni che passano attraverso i ricordi, e quelle stesse memorie diventano le superfici sulle quali incidere le illuminazioni improvvise della verità. È un luogo sospeso che riemerge dall’interiorità dell’artista e diventa nitida e viva spazialità all’interno della quale la quotidiana riflessione sul soffio vitale viaggia all’unisono con la fascinazione dell’universo pittorico. Sono essenze nascoste nei colori distesi in modo pastoso, intenso o luminoso e orientate verso il mondo reale. Un’elaborazione creativa capace di alimentare il flusso dell’idea verso la memoria del tempo trascorso e poi rielaborato in immagine metafisica, la stessa che ora vive su tela e che funge da traino per le nostre emozioni, mentre il pensiero rimanendo fermo sul sogno cerca di comprenderlo. È un viaggio verso l’immenso, verso l’immensità di spazi celesti, un’indagine tra l’illimitato, il caos, nell’apparenza immobile dello spazio, e il tempo che sfugge al momento per divenire eterno. L’opera d’arte, resa tangibile da paesaggi che richiamano il sublime, il respiro dell’universo e la sconfinata rarefazione della percezione sembra rispondere a questa indagine. Una situazione creativa sospesa tra il pensare per sensazioni e l’agire per istinto che segue un ritmo veloce, rapido, fino a giungere in una dimensione indefinibile e priva di confine dove tocca la pennellata intrigante, cromaticamente aggressiva, travolgente, e inafferrabile eppure così concreta e materica.
La tela diviene un luogo fisico straordinariamente attrattivo un luogo di fusioni impossibili capaci di fluttuare in un incanto di verità sentita. Sotto la superficie razionale e sensuale della pittura troviamo l’epidermide luminosa della sensibilità di Mugnaini, il solido mondo materiale e reale che si sfrangia con le forme ideali dell’anima. La sua pittura diviene così scrittura metafisica in cui prende forma il pensiero, mentre ciò che vediamo e la sua rappresentazione volta a costruire il senso di una realtà-altra che vive nella vita quotidiana degli uomini e delle cose. Una realtà più profonda che innalza la luce della coscienza e lascia spazio all’introspezione degli enigmi interiori, con una sintesi pittorica impressionante, con forme e colori ridotti all’essenziale. Un essenziale dinamico che indica la via verso ciò che non si può comprendere con la fredda ragione, verso ciò che frantuma le nostre certezze e dispiega l’enigmatica limpidezza della realtà attraverso la verticalità spirituale di candele. Simboliche presenze la cui fiamma sottile e spirituale consumandosi indica con forza la via che, rivelando la vera natura delle cose, suggestiona la nostra mente.
L’estro pittorico di Mugnaini si veste si simboli, suggerendo una messa in scena inconsueta, ne risulta una visione di bellezza inedita dove si uniscono oggetti e spazi che non hanno niente in comune, distanti fra loro ma solo apparentemente, ma addentrandoci in profondità riusciamo a leggere nell’immagine il pensiero dell’artista, il suo fiume intellettivo che scorre lungo il fiume del sapere. La via della figurazione entra in relazione con trame sviluppate intorno alla natura come nel caso di una noce, immagine allegorica di un macrocosmo che si nasconde nel microcosmo carico di energia, di un’ampiezza che si dispiega quando giungiamo ad accedervi. Un universo racchiuso nella sua forma ovale, quasi uovo filosofale che contiene la materia che risveglierà l’intelletto.
Nascono nuovi input artistici che scandagliano l’inconscio e consentono di approdare nel mare del tessuto emozionale permeato di realismo. È un mare mosso, increspato che oltrepassa se stesso, che contiene il magma incandescente dell’esistenza, un mare sul quale navighiamo, ondeggiando tra le onde di una tensione emotiva che sembra governare il sentimento, la nostra piccola imbarcazione s’inabissa e rinasce su tutte le rive del nostro intimo. La sapiente tecnica di Mugnaini traspare dalla spazialità prospettica, dall’uso delle luci e delle ombre, da quell’intensità invisibile del gesto che dona movimento a quella semplice estensione chiamata mare, oceano rigonfio di vitalità bruciante sull’aurora del mondo.
Ogni opera è una poesia del visibile, una scena aperta nella teatralità della mente, una voce dell’inconscio che dispiega le ali dei sentimenti. È come se Patrizio Mugnaini dipingesse l’anima in soluzione di continuità con l’enigmatica limpidezza della realtà contemporanea.
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
(12/04/2013)